
Mi chiamo Mariella Stella, ho iniziato a lavorare nella PA 20 anni fa ed ho sempre avuto la passione di costruire ponti tra mondi, tra persone e storie.
Dopo la laurea in Lettere classiche, ho deciso di studiare orientamento scolastico e professionale per costruire ponti efficaci tra istruzione e lavoro, favorendo lo sviluppo sociale e culturale. Dal 2002 al 2008, ho lavorato nel mondo universitario, occupandomi di didattica delle lingue classiche e orientamento alle materie umanistiche, con un forte interesse per l’accessibilità delle conoscenze.
Successivamente, ho lavorato per un Ente del Ministero della Cultura, focalizzandomi sulla didattica dei beni culturali e su progetti dedicati a scuole e università, per rendere il patrimonio culturale accessibile. Ho poi prestato servizio per sette anni in un Ente pubblico non economico, gestendo la comunicazione e le attività sul territorio, collaborando con il mondo del volontariato e della salute.
Nel 2011, ho iniziato a collaborare con un’associazione italiana (Progetto Rena – https://www.progetto-rena.it/), sviluppando progetti di attivazione civica e rigenerazione urbana. Nel 2012, tornata a Matera, ho co-fondato Casa Netural, un luogo dedicato all’innovazione sociale “accessibile”, per avvicinare i cittadini a nuove pratiche di vita e lavoro. Questo progetto mi ha permesso di sperimentare processi di partecipazione e attivismo, che mi hanno consentito di avviare progettualità di questo tipo anche nei paesi e nelle aree interne, scoprendo la bellezza dei laboratori locali su piccola scala, punti di osservazione privilegiati della società e delle sue possibili innovazioni.
Dal 2017, ho lavorato in un Comune, affrontando la sfida della politica e dell’amministrazione locale, dove la realtà delle emergenze quotidiane si scontra con l’esigenza di una visione a lungo termine. Questa esperienza mi ha dato una consapevolezza profonda delle problematiche e dei linguaggi del mondo pubblico e del Terzo Settore. Oggi, credo sia urgente trovare un metodo per realizzare uno scambio efficace tra questi mondi, generando sviluppo reale e cogliendo un’opportunità strategica unica per il Paese.
Lavorare nell’Ente comunale è stato estremamente faticoso a causa delle dinamiche interne, della politica, della burocrazia, e del superlavoro dovuto alla carenza di personale e ad una formazione inadeguata delle risorse umane rispetto alle sfide contemporanee. Questa esperienza ha eroso la mia motivazione, ma mi ha anche arricchito enormemente. Ho capito che il vero legame mancante è tra il mondo dell’innovazione, della cultura e della creatività, e quello della Pubblica Amministrazione, spesso paralizzata dalla burocrazia e incapace di sperimentare.
I due mondi faticano a comunicare perché parlano linguaggi diversi, e non esistono figure in grado di facilitare questo dialogo. È urgente che questi mondi inizino a comunicare e collaborare, ripensando la PA a partire dalle sue persone e alleanze. Gli Enti devono imparare a coprogettare e collaborare senza vedere il privato come un concorrente.
Nel 2023, per trovare ponti e linguaggi condivisi, ho deciso di candidarmi per un dottorato all’Università Bicocca di Milano in Innovazione della Pubblica Amministrazione “The New Public Administration: data and human capital” . La mia ricerca, intitolata “Dall’innovazione sociale all’innovazione istituzionale“, mira a introdurre metodi e contenuti dell’innovazione sociale nella PA, migliorando la formazione del personale e creando una nuova competitività basata sul valore pubblico e l’etica del bene comune.